Esistono puttane vergini! Pare un controsenso ma si tratta in verità di un investimento serio, sia da parte dei clienti che da parte dei genitori delle ragazze, messe a battere nei locali nella precisa ora in cui compiono la maggiore età, per la prima e ultima volta.
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Per i genitori di certe ragazze, abituati a dormire su letti di cartone, quando sono fortunati, privi di acqua corrente e di energia elettrica in casa, quando pure hanno una casa, una figlia femmina (una figlia di puttana femmina), è un investimento per il futuro, per un futuro neppure poi così lontano. Quando si fatica a campare la giornata, 18 anni sono un tempo accettabile per un investimento fruttifero nel medio termine. E poi, considerando che, mangiando poco e niente, si stimola la produzione di corpi chetonici e si attiva la produzione di anticorpi, dividere un pugno di riso con un terzo ospite, una giovane e futura puttana, che magari in futuro aggancerà qualche cornuto dall’Europa o dalle Americhe, si farà mettere incinta e si farà sposare, e consentirà il mantenimento loro e quello degli altri 15-20 parenti e affini disoccupati, può essere persino salutare.
Con una modesta quantità di riso bollito si può crescere una fanciulla, tenerla magra ma, soprattutto, fare attenzione a mantenere la sua verginità, e quindi tenerla in casa, o lasciarla giocare solo con coetanei dello stesso sesso. 500 o 1000 dollari americani sono una cifra che certe famiglie non hanno mai visto e che per quelle famiglie vale la pena aspettare una vita. Ed è esattamente questo l’importo che pagano certi turisti, russi e/o giapponesi, che bazzicano i locali con le puttane go-go girl distribuiti in alcuni angoli di certe città nell’arcipelago delle Filippine, per coricarsi con una vergine-certificata.
E le puttane vergini vagano allegramente per quei locali bui, ostentando un certificato medico, un cartellino, aggiornato alla settimana o al mese; lo tengono appeso al collo, come fosse il passi per entrare in fiera, e lo mostrano fieramente ai clienti, mentre iniziano la promozione della vendita del loro sesso. Nel frattempo ti scroccano da bere, chi se ne frega, loro sono talmente indolenti che possono aspettare a farsi spaccare l’imene, anche perché i 500-1000 dollari li passano al padre cornuto (o alla madre puttana), e quindi va loro bene prendere solo la mancia dei 150 pesos di fine serata, con l’aggiunta di qualche tappo per le finte bevute al tavolo dei clienti perditempo, quasi sempre tirchi e mal-paganti.
E però nessuno impedisce ad una vergine di fare i pompini con ingoio totale, nel frattempo che attendono il passaggio del cliente con i 500-1000 dollari pronti, giapponese o russo, di fare i pompini con la bocca e con il culo, perché l’unico dato certo che è richiesto dal medico certificante, il quale, a sua volta, lubrifica e infila tutto ciò che riesce a infilarle nel cagante, è la voracità dell’imene.
Il cliente che le sverginerà non sarà mai un italiano, non capiterà mai. Esistono certamente molti italiani cornuti che si fanno incastrare dalle puttane rumene e si fanno portare via tutto ma ciò si ha perché il loro rapporto con le puttane rumene è basato sull’inganno; la donna finge d’essere innamorata e l’uomo si perde in un brodo di giuggiole. Nel caso della puttana filippina vergine certificata il rapporto è diretto e la proposta è onesta:
“…mi paghi 500-1000 dollari e ti faccio scopare la mia patatina vergine (un evento che non ti è forse mai capitato, quello di trovare una vergine, in tutta la tua vita in Italia e in Europa)”.
E l’italiano medio, che vive senza mai far affiorare alla propria coscienza la miseria della sua condizione, nonostante ciò, certamente rifiuta.
“…io pagare per scopare? Ma io sono un conquistatore! Io le donne le faccio soffrire, non le scopo, mi faccio le pippe e il giorno dopo godo due volte, una volte perché sono venuto con la sega e la seconda volta perché vedo che ho ancora i dollari in tasca.”
L’italiano medio mangia mezze porzioni di tagliatelle ai funghi porcini, “mezze porzioni abbondanti”, beve solo vino a scrocco, la sua condizione è quella di vivere in una nazione condannata allo sfascio e priva di bordelli da già prima che l’italiano medio fosse nato, una nazione in cui non esistono vergini, e non si trovano neppure estendendo il raggio al resto dell’Europa, da nord a sud, da est a ovest, indifferentemente.
Quando le agenzie di spionaggio anglosassoni approvavano i loro ruffiani al governo in Italia, l’Italia fioriva, l’economia, il cinema, l’arte, i locali, la vita notturna, tutto fioriva; era un mondo meraviglioso che gli operatori anglosassoni delle associazioni segrete hanno voluto ammorbare e seppellire, o quasi, e però, anche allora, a causa della perniciosa presenza fisica in Roma degli uomini con le gonne, quelli dell’associazione per delinquere transnazionale del Vaticano, i bordelli erano chiusi, nessuno ammetteva di farsi le seghe, nessuno ammetteva di consumare tonnellate di materiale pornografico, tutti gli italiani medi s’ammazzavano pur di poter provare a scopare la moglie del fratello, dell’amico, del vicino di casa e del cugino, e le donne potevano mettere in fila i loro pretendenti, facendola solo annusare o intravedere.
Il malinteso rigore morale, irradiato dalla propaganda fraudolenta della chiesa di Roma, ha corrotto e pervertito generazioni d’ipocriti opportunisti, eppure non è servita a nessuno, perché ha ridotto per tutti le probabilità d’inculare le vergini certificate, d’incularle anche più volte al giorno e tutti i giorni, lasciandole illibate tuttavia.