Monelleinchat e le Vergini Villane Sodomizzate danno il benvenuto al Lettore con tanto Amore
(Vergini Villane Sodomizzate e Puttane Qualificate:
incontri in chat porno, con giovinette dispettose)Racconti Erotici e Storie Strane (ma Vere)
Mia Figlia? Le ho spinto contro la mia erezione totale,
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La Rivista Pornografica “la meretrice e il maniscalco” di Skinner,
La cugina, non si poteva non amarla nell’atto d’incularla,
Riprovare a fare il culo alla cugina, fallito il primo tentativo,
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Il prof. Benazzo ammaestrò il pavimento pelvico di sua figlia
Invito a Pranzo con Puttane non Disponibili
La più nobile delle arti umane, il sesso anale, si pratica e s’impara(incontri in chat porno, magari!)
Indy Carimavena, la piccola balena, interrompeva l’inculata con il prof. Sechi per rispondere al telefono cellulare. E come s’imbestialiva Nino Sechi per cose di questo tipo, mortacci!!!…era il fidanzato di lei, il suo uomo, il suo compagno, come lo si voleva chiamare; telefonava di sera tardi, non si sa se per controllarla o per cos’altro. Ma non le faceva le solite domande idiote tipo “dove sei”, “cosa fai”, “con chi sei” eccetera, no; le diceva con più malizia di prendere un appunto per lui o di cercare un documento che gli poteva servire, dimostrando così che lei non era a casa a quell’ora di sera e non si trovava nemmeno in un luogo pubblico. Dov’era e con chi era? Il pensiero c’era, anche se le domande cretine non venivano proferite. Si poteva capire dal modo agitato in cui la comandava e dall’ansia che cresceva in lei mentre si affannava a trovare una penna e un pezzo di carta nella stanzetta semi-buia che gli aveva fatto prendere a due passi da casa sua. Sta troia, sta piccola balena puttana della Carimavena; aveva ragione il suo fidanzato messicano a trattarla male, soprattutto perché era stato lui a prestarle il capitale che le permetteva di mantenere l’attività all’isola di Tropicana; importava sguattere, aveva un’agenzia per collocare domestiche che si tirava dall’Indonesia e dalle Filippine; femmine destinate a fare da schiave non avendo la determinazione o la generica predisposizione per fare le puttane di mestiere, come gran parte delle loro compaesane. E però che cazzo gli fregava a Nino Sechi di determinare le ragioni di quel cane messicano? Per quel che ne sapeva lui poteva essere già uno dei tanti bifolchi circoncisi che somigliavano al cornuto di Troiano e che parlavano quell’inglese maldestro con il solito odiosissimo accento spagnolo del cazzo. Non disse nulla e aspettò che il peones messicano finisse la sua sfuriata; non c’era poi molto da dire, una volta chiarito che non era a casa e si trovava comunque in un luogo chiuso e silenzioso, bisognava solo trovare il pretesto per insultarla e sbatterle il telefono in faccia; dall’altra parte del mondo c’era poco altro da fare.
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Lo sapeva bene anche Nino, che non poteva nemmeno parlare con sua madre; persino lei gli chiudeva il telefono in faccia, per far vedere a quel bastardo del suo convivente che brava che era e come era determinata a non ospitare più suo figlio. Aveva la madre puttana, tutto qui. Viveva in un mondo di puttane e sua madre era una delle bagasce peggiori. Ora Indy respirava ansiosa e preoccupata per la chiara insoddisfazione dimostrata dal suo peones messicano del cazzo. Ma non c’era molto spazio in quella stanzetta semi-buia e dovette ritornare a sdraiarsi di fianco a Nino, il quale, incazzato, anziché fare l’offeso per l’interrotta inculata, decise di incularla di nuovo, pensando e ripensando a quel cornuto messicano rompi-coglioni che non era stato neppure capace di interrompere in modo efficace un’inculata con quella troia della sua compagna; l’incazzatura di Giovannino Sechi, e il grande sedere di Indy Carimavena, ridiedero vigore all’erezione del suo grande bastone di carne; la cappella gli si era rigonfiata di nuovo, il cazzo era indurito e gonfio fino a fargli male; mentre lei ancora parlava e si lagnava di non aver capito perché il suo moroso si fosse alterato così tanto al telefono, il lubrificante vaginale a base acquosa le veniva ridistribuito attorno all’orifizio anale; rapidamente, con movimenti decisi; l’area attorno al buco del culo di Indy era già stata esplorata e ora Nino doveva solo rimettere la cappella lucida sul centro perfetto del buco del culo e praticare una leggera spinta in avanti. Un paio di secondi d’attesa, con la cappella gonfia appoggiata su un buco del culo stretto e apparentemente pigro; solo un paio di secondi; Indy ancora parlava e, senza nemmeno farci caso più di tanto, il cazzo di Nino Sechi le era scivolato all’interno dello sfintere anale interno; Nino inculava, sodomizzava, sentiva quel guanto caldo attorno al suo cazzo e come godeva sapendo che inculava la troia di quel porco messicano rompi-coglioni, nonostante il rompi-coglioni li avesse interrotti e disturbati; si eccitava anche di più all’idea, perché, oltre alla meraviglia fisica del buco del culo che stringe e succhia dentro il cazzo, c’è una componente affettiva del sesso anale; è una componente che recita in due modi: da una parte con una maggiore affezione verso la persona inculata e dall’altra con un contegno di rivalsa, quasi sadico, che dice, “prendi in culo questo siluro, prendi, t’inculo, ti inculo la moglie, ti inculo la sorella, ti inculo la figlia..e via dicendo”. Si tratta di un sentimento morboso di amore-odio, di penitenza-punizione, di eccitante sottomissione; il caso di Indy, purtroppo, avendo lei il culo grande come una barca ed essendo lei una gran vacca navigata, si cavava gran poco di quel sentimento di punizione-sottomissione; se fosse stata una fanciulla giovane, magra e magari vergine, sarebbe stato più morboso il pensiero di incularla e violare la sua innocenza in modo volgare e assoluto. Nel caso di Indy era diverso; chissà se si poteva mai immaginare che quella vacca fosse stata vergine anche lei un tempo lontano. Ecco che allora, l’immagine del messicano cornuto veniva in soccorso e rendeva quel sentimento di vendetta che non si poteva cavare inculando e violando un sedere così grande e così spregiudicatamente, ripetutamente, già da anni praticano in senso longitudinale e laterale.