“Ma mi vieni a trovare in Italia a luglio? Ti faccio conoscere mia sorella, la seconda figlia di mia mamma, quella che lei ha fatto con il mio secondo papà, visto che tu te ne sei andato” La voce di Roberta Sarrantonio era diventata bollente e umidissima, dolcissima, il che voleva dire che il “che palle” che si sarebbe meritata per la sua insistenza non le giunse, questa volta. Andrea Benazzo si teneva in mano un durissimo cazzo, cristo, dopo esserle venuto nel centro perfetto del buco del culo, a lei, sua figlia che ormai era adulta, ma nel letto di sua moglie, della sua terza moglie, dopo esserle venuto una seconda volta in bocca, in uno strepitoso bocchino con ingoio totale preannunciato. “Poi vediamo…se vengo, poi vediamo…”
(Vergini Villane Sodomizzate e Puttane Qualificate:
incontri in chat porno, con giovinette dispettose)
Racconti Erotici e Storie Strane (ma Vere)
Mia Figlia? Le ho spinto contro la mia erezione totale,
Inculare con le chat erotiche senza video e senza webcam,
La Rivista Pornografica “la meretrice e il maniscalco” di Skinner,
La cugina, non si poteva non amarla nell’atto d’incularla,
Riprovare a fare il culo alla cugina, fallito il primo tentativo,
“Madonna! CUGINO Che porco che sei! Ma che porco!”,
Orgasmi Vendicativi Spruzzati sui Capelli della Cugina,
Mia Cugina Roberta, Cavalcata sul Letto Sopra la Coperta,
Occasioni degli Arrivi, “Hai fatto buon viaggio, Cuginetta?”
Sodomizzare la cugina, vendicarsi delle prepotenze dello zio
Il prof. Benazzo ammaestrò il pavimento pelvico di sua figlia
Invito a Pranzo con Puttane non Disponibili
La più nobile delle arti umane, il sesso anale, si pratica e s’impara
“Veramente? Davvero?”
Benazzo faceva sul serio, “tu, prima di andare in Italia, devi tornare a casa, in Arabia, giusto?” non sapeva nemmeno dove abitava sua figlia, sapeva solo che era in Arabia Saudita, un posto dove nessun genitore sano di mente manderebbe mai e poi mai a maritarsi la figlia, ma non aveva la minima idea di dove fosse la città, e non aveva né indirizzo né numero di telefono; ora tutto si faceva con il cellulare, del resto, no? O c’era ancora qualcuno che allacciava i telefoni a fili a casa? In ogni caso lui non aveva nemmeno il suo numero di cellulare, nonostante lei glielo avesse dato più volte, e non sapeva nulla di dove fosse collocata lei, di dove abitasse e, se un giorno lei avesse avuto bisogno di aiuto, non c’era assolutamente nulla che lui potesse o volesse fare. La cosa non lo turbava minimamente. Anzi, non gli fregava proprio un cazzo. Niente sensi di colpa, solo il rimpianto di non averle fatto il culo prima, quello sì, un penoso rimpianto da sommare ai mille altri delle mille altre occasioni sprecate o perse negli anni passati.
Hai bisogno di soldi? Ti arrangi. Hai da fare le analisi all’ipofisi perché l’anno scorso ti hanno detto che sospettavano un mini-tumore benigno e però l’assicurazione non ti paga il medico? Stai lontana da medici e medicinali, se non vuoi finire come tua madre. Hai problemi legali con tuo marito che non ti lascia uscire dal paese? Cazzi tuoi, resta lì, io ho speso settimane a cercare di dissuaderti dall’andare, dall’andare proprio lì, a rinunciare a tutti i tuoi diritti civili e a tutte le tue libertà individuali, libertà, opzioni di puro piacere, opzioni di troia che ha diritto di divertirsi e che dovrebbe vivere per divertirsi. Niente da fare. Hai voluto sposarti. Dovevi sposarti. Chi te lo faceva fare, te lo dicevo, sei giovane, divertiti, non pensare al matrimonio, ma tu no, dovevi sposarti e sposarti con un arabo circonciso, per giunta, e sposarti con un arabo circonciso che pareva un negro e che, ‘dulcis in fundo’, ti ha fatto convertire per farti poi partecipare ai suoi riti tribali e lasciare circoncidere pure il tuo figlio maschio, quel povero bambino mentecatto che tutti voi stronzi andate in giro a dire somigli a me. Ma quel mezzo mulatto somiglierà a suo nonno paterno, a Omar Sharif, dio cane, a Denzel Washington, se del caso, che c’entro io? Ho sentito queste stronzate quando ero ragazzo, ho sempre pensato che fossero stronzate ma non potevo evitarle, in quel tempo, tutti i miei amici parlavano in quel modo, ma ora? Ora che non ho più amici e che sto per cazzi miei come un reietto perfetto, ora devo sentirle di nuovo e proprio da mia figlia? Ogni volta che la gente di paese incontrava una coppia di stronzi che avevano appena sfornato un nuovo bambino, “oh, somiglia tutto al nonno, no alla nonna”, ma al nonno paterno o materno, alla nonna paterna o materna? E poi non è vero un cazzo. Dove le vedono queste somiglianze, dove le vedevano e dove le vedono? I marmocchi sono tutti uguali e sono pure brutti, privi di espressioni che portino con sé del significato, come la somiglianza con il “nonno”. E pure i nonni, quando sono vecchi, sono diversi, saranno diversi rispetto a quando erano ragazzi o bambini, no? A fatica si può stabilire quando un figlio di puttana somiglia a suo padre, a fatica si crede, si sceglie di credere che i figli della propria moglie siano anche i figli del padre nominale, e però si può stabilire una somiglianza precoce del bambino nella culla con il nonno di 100 anni che non somiglia neppure a se stesso, al se stesso di quando era giovane? E sua figlia doveva essere destinata, proprio “sua figlia”, doveva essere destinata a fare gli stessi ragionamenti idioti, ad avere le stesse fantasie religiose, della maggioranza dei cretini che si incontrano nei paesi alla domenica mattina, quando è l’ora del Campari Soda con vino bianco, tramezzini e patatine? Ma che ti frega, si diceva Benazzo, e giustamente, l’hai appena inculata, scopata, le sei venuto due volte in bocca, una delle due volte con un bocchino con ingoio totale preannunciato e la seconda volta con un ingoio totale non preannunciato ma totalmente ratificato, ora vuoi ancora stare lì a recriminare? No, è tempo di recuperare il tempo perduto, di riconquistare l’affetto della figlia, si diceva, se poi quella era veramente sua figlia, il che non contava proprio nulla, perché, dopo che si era bevuta tutta la sua sborra, se lo voleva come padre, poteva averlo, quando voleva, l’aveva meritato.
“Sì, certo, devo tornare a casa da mio marito e i miei bambini.”
“Allora tu mi fai un bel rapporto di viaggio, mi dici cosa ti hanno chiesto all’aeroporto di partenza, sul volo, all’aeroporto di transito e a quello di arrivo, se c’è bisogno di tenere la museruola durante il viaggio, se servono i pasti a bordo, durante i quali dio cane spero bene che la si possa togliere, insomma, se posso evitare vaccini, dita nel naso e tutte le altre umiliazioni con le quali certi ingegneri si divertono a dimostrare quanto è stupida e ignorante la gente condiscendente.”
“Sì, sì, lo so, lo so, papà, ti faccio un bel rapporto scritto, sia all’andata dall’Italia a Riad che il viaggio di luglio da Riad all’Italia.”
Aveva detto Riad? Era quella la città dove abitava? E dove cazzo era? E poi chi lo diceva? Uno che parte da Roma o da Milano per andare a Los Angeles o a Shanghai non è mica detto che viva proprio a Milano o a Roma, non è detto nemmeno un po’! Potrebbe abitare a Rosika-Pallimpock, in provincia di Roccaforte Morbosa, prendere l’autobus alle 5 della mattina, per la stazione ferroviaria, per quel cesso di stazione ferroviaria, di Orte, prendere il treno per Roma, cambiare a Roma termini per Fiumicino, farsi rubare altri 11 euro per il collegamento, per quel cesso di collegamento, tra termini e Fiumicino, fare colazione all’aeroporto di Fiumicino e prendere il volo delle 13:20 per Hong Kong, o prenderne uno diretto per Shanghai. Chi poteva dire che quel passeggero fosse di Roma, solo perché partiva da Roma?
“Dovremo fare un poco di dieta, prima di allora, sia tu che io”.
“Io comincio da domani”
“e io comincio da dopodomani” e la mano di Benazzo era già scivolata sul comodino, aveva già preso il lubrificante a base d’acqua, quello appena usato per farle il sedere, la sua figa era ancora bagnata fradicia, quindi non serviva, e, anzi, i suoi peli tutti impregnati facevano anche una certa schiumetta. “non serve ora, o vuoi venirmi di nuovo nel sedere? È stato molto sexy, sai, fare l’amore in quel modo. Per me era la prima volta, ero vergine in quel posto“, mi è piaciuto tantissimo, pensavo dovesse far male..”
“non diciamo fesserie, non esiste la verginità al culo..” lei era messa sul letto sul fianco sinistro, e lui era messo sul letto sul suo fianco sinistro, perfettamente dietro di lei, che fremeva, ed era tutta bagnata, sul letto di sua moglie, Emanuela Vicentini, che campava sia lei che lui facendo i ditalini, nella sua clinica svizzera specializzata per il controllo delle fighe bollenti delle studentesse vergini. Erano entrambi sorpresi di questa sua terza formidabile erezione, che era una erezione di marmo, assai più tosta di quella di prima, di quando la inculava. Era talmente duro che gli faceva male. Ora finalmente poteva metterglielo nella figa, e lo fece, facendoglielo scivolare dentro come un’anguilla, mettendolo subito al caldo, per calmare il dolore di quella “tremendissima” erezione. La tragica verità fu che egli dovette godere persino di più a scopare sua figlia nella figa di quanto avesse goduto nell’incularla. Il problema di incularla era diventata una fissazione. Andrea Benazzo era fissato sul sesso anale, si era fissato da dopo i suoi primi 40 anni. Quindi il problema era psicologico. Una volta superato il problema del sesso anale, che richiedeva un sacco di lavoro, certe volte, perché certe femmine non se ne fanno un’idea, anche se vogliono provare, e non riescono a rilassare il buco del culo, una volta inculata, il rapporto diventava subito più intimo. Però una volta goduto il momento del cazzo avvolto nel centro esatto del punto più profondo dello sfintere anale interno, una volta venuto, era libero dalle sue incombenze, era libero di poter scopare rilassato, senza doversi preoccupare di fare del lavoro in più. Anche venirle in bocca, certe volte per lui era un lavoro e faticava un casino a venire. Però doveva farlo, perché così si era promesso, con tutte quelle con cui si coricava, questa era la sua tabella di marcia, una volta in culo, prima di tutto, senza nemmeno averla scopata prima, poi in bocca ed infine, se resta traccia di desiderio, è il tempo della figa. Ma il principio di inculare tutte le donne, prima di scoparle e NON dopo, come loro si potevano aspettare, il fatto di andare diretto al sodo, diretto al buco del culo, di dominarle e di farle godere dal culo, come delle cagne affamate, rendeva tutto più dolce, e il rapporto più amoroso, più libidinoso, più rilassato. Ed ora era rilassato e scopava la figlia per la prima volta nella figa, dopo averla scopata per la prima volta nel culo e dopo esserle venuto in bocca per la prima volta. Madonna, quanto tempo ho sprecato, dovevo farlo prima, dio-cane, dovevo tirarti su con me, portarti in viaggio con me quando avevi 15 anni, che peccato!’ Pensava, e il cazzo gli diventava sempre più duro, e sempre più umido in quella figa calda bollente e fradicia di esagerati flutti di fluidi vaginali. Benazzo non sapeva se sarebbe riuscito a venire una terza volta ma non importava più. Ora sapeva che le voleva bene, che voleva bene a sua figlia, dopo tanti anni nei quali non si era neppure mai fatto vivo. Sensi di colpa no, ma rimpianti sì, tanti.
“Hai fatto bene a venire a trovarmi, hai fatto proprio bene a venire…” spingendo dentro, tenendolo vibrante dentro il ventre di lei, bollente, fradicio e bollente di lava incestuosa, spingendo dentro e tirando poi fuori solo una piccola parte per poi rimettere dentro e tenere e vibrare dentro quella favolosa lava incestuosa”, hai fatto proprio bene a venire a trovarmi, hai fatto bene a venire, muach, muach muach, hai fatto bene, ti voglio bene, sono così felice, hai fatto bene a venire..”
“mmmmm..?”
(Vergini Villane Sodomizzate e Puttane Qualificate:
incontri in chat porno, con giovinette dispettose)
Aveva 14 anni, andava con un tossico di 44, il suo più grande amore
Racconti Erotici e Storie Strane (ma Vere)
Mia Figlia? Le ho spinto contro la mia erezione totale,
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La cugina, non si poteva non amarla nell’atto d’incularla,
Riprovare a fare il culo alla cugina, fallito il primo tentativo,
“Madonna! CUGINO Che porco che sei! Ma che porco!”,
Orgasmi Vendicativi Spruzzati sui Capelli della Cugina,
Mia Cugina Roberta, Cavalcata sul Letto Sopra la Coperta,
Occasioni degli Arrivi, “Hai fatto buon viaggio, Cuginetta?”
Sodomizzare la cugina, vendicarsi delle prepotenze dello zio
Il prof. Benazzo ammaestrò il pavimento pelvico di sua figlia
Invito a Pranzo con Puttane non Disponibili
La più nobile delle arti umane, il sesso anale, si pratica e s’impara