(Vergini Villane Sodomizzate e Puttane Qualificate:
incontri in chat porno, con giovinette dispettose)
Racconti Erotici e Storie Strane (ma Vere)
Mia Figlia? Le ho spinto contro la mia erezione totale,
Inculare con le chat erotiche senza video e senza webcam,
La Rivista Pornografica “la meretrice e il maniscalco” di Skinner,
La cugina, non si poteva non amarla nell’atto d’incularla,
Riprovare a fare il culo alla cugina, fallito il primo tentativo,
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Mia Cugina Roberta, Cavalcata sul Letto Sopra la Coperta,
Occasioni degli Arrivi, “Hai fatto buon viaggio, Cuginetta?”
Sodomizzare la cugina, vendicarsi delle prepotenze dello zio
Il prof. Benazzo ammaestrò il pavimento pelvico di sua figlia
Invito a Pranzo con Puttane non Disponibili
La più nobile delle arti umane, il sesso anale, si pratica e s’impara
(incontri in chat porno, magari!)
“Si è già fatto vaccinare, insomma, mi dice sempre di fare come mi pare, insomma, io non so cosa fare, vedo che ci vanno tutti, e se poi resto senza lavoro solo per questo, perché non voglio farmi avvelenare? Come faccio?”
“Tuo marito si è fatto vaccinare?”
“Sì.”
“E allora mandi a lavorare lui”.
“Sì, tu fai tutto facile. E se poi resto senza lavoro? E se poi non posso andare a fare la spesa? Chi mantiene i miei figli? Chi dà da mangiare ai miei figli?”
“I figli di puttana”, pensava Bizzotto, quasi ad alta voce, ma lei non lo sentì e continuò, “fai tutto facile tu, per te è tutto facile..”
“Ma tu sapevi benissimo cosa ti avrei detto, sai benissimo come la penso, quindi perché sei venuta da me, perché hai voluto venire fin qui e chiedere a me? Chiedi a tuo marito, chiedi al tuo padre adottivo, no?”
“Ma loro mi dicono che devo fare come mi pare.”
“E allora fai come ti pare, non hai nessun bisogno di chiedere a me, ti ho detto mille volte che è una truffa e che io non mi faccio avvelenare o ricattare sulla base di una truffa…perché chiedi a me? (A) Sai già perfettamente cosa ti rispondo e (B) non hai mai fatto una sola cosa di quelle che ti ho detto io come ti dicevo io, hai sempre fatto l’opposto. Non per contrariarmi, lo so benissimo, solo che abbiamo impostazioni totalmente diverse, tu sei tu e io sono io. Quindi non capisco perché ancora vieni a chiedere a me? Perché?”
Silenzio.
La figlia di Giuseppe Bizzotto di solito parlava sempre troppo, iniziava a parlare ancora prima di sapere quale fosse il tema del discorso, senza quasi mai sapere dire cose che non fossero luoghi comuni, stupidaggini ed ovvietà. Ma a questa domanda non aveva risposto. Lui la odiava, odiava la sua insipienza, la sua sfrontatezza nell’insistere a dire e fare cose stupide, la sua indolenza nel leggere, imparare e capire il mondo che la circondava, che la imbrogliava, che si era fottuto sua madre e che presto si sarebbe fottuto pure lei e i suoi due “figli di puttana”. La madre era morta anche per colpa sua, di lei, di Antonietta Villa, la presunta, pretesa, figlia di Bizzotto, che però portava un altro nome, essendo cresciuta con un altro cornuto e non con lui.
No, lui l’aveva incontrata quando lei aveva già 27 anni, stava per sposarsi e per trasferirsi per sempre in un paese arabo, dal quale per uscire avrebbe poi dovuto chiedere ogni volta il nulla osta del marito. Eppure, nonostante non si fossero mai visti prima, lei gli era saltata addosso e lo aveva stretto in un abbraccio talmente forte e talmente insistente, da metterlo in imbarazzo.
Il senso del pudore, se esiste come esisteva prima che Giuseppe Bizzotto iniziasse a venire in bocca alla sua unica figlia dichiarata, e già sposata, poteva essere definito transitoriamente con la spiegazione che in quel tempo per Bizzotto ne dava Ellis, che lo descriveva come una paura naturale, quasi istintiva, che spingeva puttane e puttanieri all’occultamento di qualche qualche parte del corpo. Bizzotto era un soggetto estremamente pudico, ed infatti, proprio andando d’accordo con l’impostazione di Ellis, a questo suo senso del pudore associava una fortissima, potentissima, voglia di sesso, tanto, intenso, lungo, ma soprattutto continuo, a tutte le ore del giorno e della notte. Più una persona ha voglia di fare sesso, più una femmina ha le parti che prudono, più un maschio immagina d’inculare tutti i sederi pronti di tutte le donne che passano sotto il suo naso, e più questa loro violenta passione sarà tamponata da una qualche forma di forte senso del pudore.
Gli idioti pensavano subito che quella foss ipocrisia e, quando scoprivano la passionalità estrema di certe donne tanto riservate e pudiche, scambiavano questo contrasto di tensione-resistenza con abbandono bestiale, il cui impeto era assai più potente dell’attacco maschile, per ipocrisia. Ma Bizzotto no, Bizzotto aveva letto Ellis, nonostante avesse letto pochissimo in tutta la sua vita; e però, in età più avanzata aveva scoperto di aver comunque letto assai più delle persone che mediamente incontrava. Tra queste, naturalmente, c’era anche la mentecatta di sua figlia, la strega, che però, essendo figlia di sua madre, ne aveva ereditato le voglie matte, le tette grosse e la flessibilità anale.
Secondo Ellis, il pudore era comune ad entrambi i sessi ma era più marcato nel sesso femminile. Cioè, la donna ci si aspettava che fosse più pudica, più riservata, rispetto al maschio, al quale era destinata la condanna di essere quello che doveva prendere l’iniziativa per assaltare le donne, vincere la loro resistenza, spogliarle e inchiappettarle. Ellis scriveva in altri tempi, pensava Bizzotto, in tempi nei quali non si vedevano donne a prendere il sole in spiaggia praticamente nude, o camminare in centro con certe minigonne d’inverno che avrebbero fatto raggelare il sangue a qualunque massaia siberiana, a meno che non avesse avuto tra le gambe una fornace costantemente alimentata di ossigeno e fuoco eterno. Come cavolo facevano? Bizzotto poteva capire le minigonne nelle Filippine, dove si nascondeva lui, ma in centro a Firenze, d’inverno, con i negri che le tiravano per la giacca? E poi la strega, la figlia di Bizzotto, Jessica l’anoressica, detta anoressica perché si ammazzava di torte e pasticcini, che era venuta a trovarlo proprio a Manila e che, pur essendo bionda, bionda tinta, diciamo castano chiara, bianca, con occhi grandi e celesti, che pur stonando in un mondo di puttane con le gambe corte, abbronzate, gli occhi scuri e i capelli lunghi e neri, doveva proprio andarsene in giro con l’ombelico scoperto, il piercing nell’ombelico, 3 o 4 tatuaggi, Bizzotto non aveva nemmeno voluto sapere quanti fossero effettivamente, e attirare l’attenzione di tutti, ovunque andassero? Bizzotto era fremente di sdegno e d’imbarazzo, questa sfrontatezza andava punita in qualche modo.
“Ma non hai un marito musulmano, un arabo-britannico?”
“Sì, ho un marito che mi adora, che mi adora, che mi adora..”
“E ti lascia andare in giro così? Ma non dovrebbe invece farti vestire tutta di nero, come una suora, e per giunta con il volto coperto anche quando mangi?”
“No, mio marito mi lascia fare quello che voglio”
“A calci-nella-figa ti prenderei” pensava Bizzotto, ma siccome lo pensava veramente, non lo disse.
Lei gli camminava vicino senza far percepire alcun disagio per la loro differenza di età. Non si somigliavano neanche un po’ e quindi lei non poteva essere scambiata per sua figlia; potevano essere amanti, amici, studente e insegnante, zio e nipote, colleghi di lavoro…non si notava la differenza, lei era una ragazza cresciuta, fisicamente, anche se di cervello rimaneva una bambina cretina persino più di sua madre. Non c’era modo di fare un ragionamento compiuto con lei, perché parlava invece di stare a sentire, e però quella sera il ragionamento compiuto Bizzotto lo fece, eccome, spingendole contro il fianco un’asta talmente gonfia e dura che, con tutta la forza di buona volontà, neppure la succhia-cazzi più ipocrita o più pudica avrebbe potuto fingere di non notare.
“Quanto avrebbe potuto risultare ingenua e innocente”, si domandava Giuseppe Bizzotto, “per Ellis e nei tempi di Ellis, una ragazza di 27 anni appena sposata con un arabo-britannico musulmano? La figlia di Bizzotto era scappata di casa a 17 anni. Cioè, “scappata”, diciamo che è andata a convivere con il suo fidanzatino, a 17 anni. A quanti anni avrà cominciato a fare i pompini-col-culo?”
Bizzotto si accorse che i suoi pensieri mischiavano assieme l’indebita gelosia con la conseguente immaginazione stimolatrice. Immagini tua moglie che succhia il cazzo del suo amico, vorresti ammazzarli entrambi per questo ma, nello stesso tempo, senti che ti si gonfia qualcosa tra le gambe e vorresti subito correre in camera e farti fare quel bocchino anche tu, proprio da lei, da quella troia che dovevi ammazzare assieme all’amante ma che ora, tutto sommato, se ha la bocca abbastanza grande e carnosa, vale la pena di risparmiare e di smettere d’insultare.
“Ma che discorsi pensi?” S’interruppe Bizzotto mentre in silenzio camminavano entrambi verso l’Amazonia (hotel delle puttane di fronte al “L.A. Cafè” di Manila). “Quella non è né tua moglie né la tua fidanzata o convivente, quella è solo tua figlia che ti è venuta a trovare e che dormirà con te solo perché non siete riusciti in poco tempo a trovare una sistemazione migliore rispetto a quella dell’Amazonia.” Continuavano a camminare in silenzio in quel quartiere buio e miserabile, il biscotto di Bizzotto era talmente gonfio che gli faceva male, fingeva di cercare di non pensarci ma l’idea di andare sopra con sua figlia, per cambiare, dopo essere salito centinaia di volte con le puttane rimorchiate al “L.A. Cafè”, solo l’idea di andare di sopra con lei, senza piani precisi sul cosa fare con lei, gli faceva scoppiare la cappella, che in quel momento pompava sangue ed era gonfia come un missile puntato sul mondo…
(incontri in chat porno, chi lo dice che la vergine non ha fatto pompini con ingoio totale preannunciato, sia col culo che con la bocca?)